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giovedì 27 settembre 2012

Marmellata di alchechengi

 

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Cari amici, oggi io e la mia dolce meta’ (marito), siamo andati in un mercato turco dell’Aia, citta’ dove risiede mio figlio Michele il geofisico. Io sono un po’ come i bambini, mi entusiasmo con poco, per fortuna pero’ mi deprimo con moltissimo, questo vuol dire che sono quasi indistruttibile, ma che anch’io ho i miei limiti. Premesso cio’ dicevo che i mercati mi piacciono, mi divertono, mi piace passeggiare incuriosita tra le bancarelle, soprattutto quelle di mercati stranieri. Sostengo che in base a come sono i mercati, si puo’ capire molto della gente che li frequenta e della vita che nel quartiere intorno si conduce. Questo mercato era frequentato molto da turchi, ed extracomunitari, questo e’ il motivo per cui ero cosi’ conquistata dall’idea, perche’ ero certa che avrei trovato tantissime cose che a Milano non sono facilissime da trovare e soprattutto, quando si trovano, sono costosissime. Bancarelle gremite di frutti e verdure esotiche a prezzi popolari, io che vado pazza per la frutta in genere e che soprattutto amo quella esotica proprio perche’ difficile da trovare a prezzi accettabili, non mi sono fatta pregare, ho riempito l’auto di ogni cosa. Manghi, papaye, passion fruit, alchechengi, datteri mejoul giganteschi e mille altre cose. Una volta a casa, vedendo quei due bei sacchetti di alchechengi, mi e’ venuta la fantastica idea di fare qualche barattolino di marmellata. Veramente mi dispiaceva consumarli tutti in un botto solo per la marmellata, poi mi sono detta, venerdi’ prima di partire da qui per andare alla laurea  di mio figlio, a Groningen  passero’ dal mercato e faro’ un nuovo rifornimento. Questa marmellata, l’avevo gia’ fatta qualche anno fa, era fantastica da usare come qualsiasi altra marmellata, ma siccome i frutti non sono proprio economici, potete farne solo un paio di vasetti da accompagnare a qualche buon pezzo di pecorino di carattere. A casa mia accompagnare il pecorino toscano, pugliese o sardo, con la marmellata di amarene, arance, cipolle di Tropea o alchechengi e’ un uso consolidato, i miei figli hanno catechizzato anche me che sono avversa a mescolare il dolce col salato. Si tratta di abitudini culinarie che affondano le radici nella storia. Dopo tanti sproloqui, vediamo questa famosa marmellata.

 

Ingredienti:

 

700gr  di alchechengi

300/400gr di zucchero

 

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Preparazione:

 

Togliete l’involucro nel quale sono racchiusi gli alcherchengi, lavateli velocemente,

 

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quindi metteteli in un casseruola con un dito d’acqua e lo zucchero. Dopo decenni che faccio marmellate, ho messo a punto un sistema, invece di mettere lo zucchero che prevedrebbe la ricetta, ne metto un po’ mi regolo in base alla dolcezza del frutto, poi a meta’ cottura l’assaggio, cerco sempre di stare indietro con lo zucchero,

 

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per evitare di fare marmellate diebetiche. Poi se la dolcezza non mi soddisfa, ne aggiungo dell’altro, fino a quanto il sapore non e’ esattamente quello che voglio io. Perche’ ho preso questa abitudine,  anni fa seguendo le ricette mi capitava di fare marmellate talmente dolci da essere quasi immangiabili. State attenti nel fare questa marmellata, perche’ da calda sembra sempre troppo liquida, lasciandola raffreddare, potrete accorgervi se e’ troppo dura e collosa quasi inutilizzabile. Consiglio, dopo un’oretta che l’avete sul fuoco, spegnete e lasciatela raffreddare, se risultera’ troppo liquida fatela andare ancora, se per caso l’avrete fatta indurire troppo, aggiungete dell’acqua, mescolate, rimettetela sul fuoco per qualche minuto e ancora bollente invasatela nei vasetti precedentemente sterilizzati e girateli sottosopra, perche’ si formi il sottovuoto.

 

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